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Liberalizzare significa far crescere il Paese

Per le forze produttive introdurre il libero mercato nel servizio pubblico vuol dire più produttività e più occupazione. Al convegno organizzato da Confindustria Lombardia e Confindustria Pavia è intervenuto, tra gli altri, il Presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella

Milano, 8 maggio 2017 – “Liberalizzare per crescere: i servizi motore di sviluppo economico”, è questo il titolo del convegno organizzato da Confindustria Lombardia e Confindustria Pavia, che si è tenuto oggi pomeriggio presso la sede di Confindustria Lombardia, a Milano, alla presenza del Presidente Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella.

«Confindustria Lombardia con il Piano strategico #Lombardia2030 si è proposta di agire su quelle determinanti della competitività in grado di garantire sviluppo e prosperità diffusa, partendo dal presupposto che la competitività delle imprese non è disgiungibile dalla crescita dei territori e della società nelle quali queste operano», ha dichiarato il presidente di Confindustria Lombardia, Alberto Ribolla. «Fortunatamente la Lombardia, come mostrano anche i dati del Rapporto Cerved ‘PMI Centro-Nord 2017’ vanta numeri che la rendono la regione più competitiva d’Italia e tra le regioni più competitive d’Europa (250 miliardi di fatturato, 57 miliardi di valore aggiunto e 67 miliardi di debiti finanziari). Per continuare a competere in mercati globali in continuo mutamento è però necessario rimuovere quei persistenti ostacoli che limitano la competitività e le liberalizzazioni rientrano a pieno titolo tra le leve abilitanti individuati nel nostro Piano strategico, oltre che tra gli strumenti propedeutici alla diffusione, all’interno della società, della cultura d’impresa” conclude Alberto Ribolla.

«Sulle liberalizzazioni siamo davvero molto indietro», ha commentato a sua volta il presidente di Confindustria Pavia, Alberto Cazzani. «Purtroppo le esortazioni da parte delle istituzioni internazionali e dall’Authority, di introdurre dinamiche di mercato nel servizio pubblico sono rimaste inevase. L’impegno di Confindustria oggi è indicativo di quanto sia urgente intervenire su questo tema. Siamo persuasi che una decisa liberalizzazione dei servizi possa dare una spinta formidabile alla crescita del Paese. Il Mise stima infatti un aumento del 3,3% del Pil, in cinque anni. Mentre la Banca d’Italia quantifica una crescita sul lungo periodo pari all’8% dell’occupazione. Un serio processo di liberalizzazioni inoltre renderebbe più efficiente la pubblica amministrazione, con immediate ricadute virtuose sui territori, che apparirebbero più competitivi e attrattivi per gli investimenti. Le liberalizzazioni però devono essere fatte bene e secondo le regole del buon senso. Le gare infatti sono ancora poche, sostanzialmente non contendibili, a volte costruite ad hoc per le partecipate pubbliche e con la tendenza a privilegiare gli aspetti formalistici rispetto a quelli sostanziali. Serve al contrario un processo pianificato di gare, che renda contendibili i servizi e con regole trasparenti e semplici.

Al convegno, moderato dal direttore del Foglio, Claudio Cerasa, sono intervenuti inoltre Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, Alessandro de Nicola, presidente della The Adam Smith society, Ennio Lucarelli, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Luciano Milanese, presidente di Cisambiente, e Giuseppe Francesco Vinella, presidente di Anav. Il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, ha poi tracciato le linee conclusive.

Allegati


CS_Liberalizzazioni_8mag17.pdf

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