Analisi congiunturale industria manifatturiera in Lombardia - IV trimestre 2014
Dichiarazione del presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla
Milano, 10 febbraio 2015 – Lo scenario che emerge dall’analisi congiunturale relativa al IV trimestre 2014 è complesso e contraddittorio. Non possiamo infatti dire che nel corso dell’anno che si è appena chiuso la ripresa sia stata agganciata.
I dati dell’ultimo trimestre confermano un andamento piatto per la produzione industriale (-0,2%) ma nel complesso il +1,5 annuo rispetto al 2013 è un buon segnale per l’industria lombarda. L’eccellenza della nostra regione viene confermata anche dal confronto con l’indice di produzione del settore manifatturiero dell’Area Euro e dell’Italia. La Lombardia, infatti, con il suo 96,7 è in linea con i livelli medi di produzione europea (99,4) e molto al di sopra dell’indice italiano (80,1).
Incoraggianti anche i dati relativi agli ordini in crescita, rispetto al trimestre precedente, sia sul fronte interno (+0,6%) che su quello estero (+1,0%). Incoraggianti in quanto i dati crescenti degli ordinativi fanno ben sperare su un incremento dei livelli di produzione industriale nei prossimi trimestri.
I dati relativi agli ordini delle piccole e medie imprese e delle imprese più grandi confermano però che la dimensione si conferma essere un problema soprattutto sull’estero per quanto riguarda diversi parametri: ordinativi, fatturato, utilizzo degli impianti e produzione. Per competere servono imprese più grandi, o PMI aggregate in Cluster: è fondamentale creare un rapporto biunivoco tra piccole, medie e grandi imprese.
Il saldo occupazionale negativo riscontrato nel IV trimestre (-1,1%) è il risultato di una serie di fattori: come emerso dall’analisi di Unioncamere, Regione e Confindustria Lombardia, in collaborazione con le Associazioni Regionali dell’artigianato, questo calo è innanzitutto causato da un rallentamento in entrata e un maggior tasso in uscita dovuto alla stagionalità dell’occupazione. Probabile, inoltre, che le imprese abbiano messo in stand-by il recruitment in attesa dei decreti attuativi del Jobs Act.
Timidi segnali di ripresa continuano ad esserci, come confermato anche a livello nazionale dai dati del Centro Studi di Confindustria secondo cui a gennaio vi è stata una variazione della produzione industriale di +0,3% sul mese precedente.
Non si devono poi trascurare gli effetti di alcuni fattori esterni nazionali ed internazionali: la riforma del Jobs Act ci auguriamo tutti che possa invertire la tendenza occupazionale fermando l’emorragia di posti di lavoro e aumentando il numero di occupati; e il Quantitative Easing della Bce che, sempre secondo il Centro Studi di Confindustria, nel periodo tra il 2015 e il 2016 potrebbe generare un incremento del Pil nazionale intorno all’1% con 3,2 miliardi di risparmio sugli interessi per le imprese.
Tornando alla Lombardia, la nostra regione ha le carte in regola per riprendere a crescere: attraverso le numerose eccellenze, come il manifatturiero, e avendo compreso prima di altre regioni che per competere sul mercato globale c’è bisogno di aggregazioni e sinergie. Ma per raggiungere degli obiettivi concreti è necessaria una vera strategia di medio-lungo periodo condivisa da tutti gli attori in campo e si deve puntare su nuovi strumenti aggregativi come i Cluster, attori chiave per il rinascimento europeo.