Analisi Congiunturale dell’Industria manifatturiera in Lombardia - III trimestre 2020
Dichiarazione del Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti
Milano, 18 novembre 2020 – Il 3° trimestre 2020 per la Lombardia è un trimestre che non fa ben sperare: nonostante il rimbalzo fisiologico della produzione industriale, in Lombardia a partire da settembre abbiamo preoccupanti segnali di un nuovo rallentamento di tutti gli indici. I nuovi effetti della pandemia stanno rallentando la già fragile ripresa nonostante il manifatturiero, nei dati presentati oggi si confermi - con un -5,2% rispetto all’anno precedente della produzione industriale e +21,2% sul 2° trimestre – il vero traino economico della Lombardia. Sta recuperando l’export, ma gli investimenti hanno registrato un -18,8% nei primi nove mesi. Mentre infatti l’indice manifatturiero dell’Italia si attesta al 96,2 la Lombardia tocca un picco del 106,3. Questo a testimonianza del fatto che non c’è ripresa senza industria.
L’industria lombarda resiste ancora!
La drammaticità di questo 2020 emerge però dalle variazioni tendenziali dei settori industriali: rispetto all’anno precedente solo il legno e i minerali non metalliferi hanno una produzione in positivo. Anche nei territori le difficoltà si riflettono nella variazione negativa di tutte le province (ad eccezione di Lodi) rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il mercato del lavoro regionale continua a beneficiare del blocco dei licenziamenti voluto dal governo mantenendo una certa stabilità dei livelli occupazionali (-0,4%) mentre il calo del ricorso alla CIG (dal 12,8% al 4,1 %) è frutto della progressiva riapertura delle attività produttive a partire dal mese di giugno.
Le imprese sono profondamente preoccupate perché è ormai chiaro che le prossime risorse disponibili per impostare le politiche di crescita dell’economia e del sistema produttivo non arriveranno a breve. La programmazione europea 2021-2027 è ancora da comporre, mentre delle risorse del Recovery Fund ancora non vi è alcuna certezza sui tempi. Che fine hanno fatto, poi, i progetti per il Next Generation EU?
Per ripartire con fiducia servono certezze e soprattutto bisogna destinare le poche risorse disponibili su investimenti che si concentrino su progetti strategici e prioritari, in grado di aumentare la competitività del nostro sistema industriale, creando crescita e occupazione. Serve un’azione più rapida e incisiva, la politica dei bonus e delle mancette può essere utile per far digerire ai cittadini le restrizioni ma non guarda al futuro e soprattutto non risolve i problemi ormai strutturali di questo Paese che l’emergenza ha fatto emergere in tutta la loro gravità.