Analisi Congiunturale dell’Industria manifatturiera in Lombardia - I trimestre 2020
Dichiarazione del Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti
Milano, 11 giugno 2020 – I dati relativi al 1° trimestre 2020 si commentano da soli. Crollo della produzione industriale (-10% congiunturale e tendenziale) e indici in negativo fotografano l’impatto concreto della crisi Covid-19 sulle imprese e i territori della Lombardia. Crollo degli investimenti e del fatturato, scarsa liquidità, posti di lavoro in discussione, filiere interrotte, ecc. sono il campo di battaglia a cui saremo costretti nei prossimi mesi.
Nonostante ciò, le imprese sono impegnate con forza a riorganizzare le proprie produzioni, incarnando la voglia di reazione della Lombardia. La prima preoccupazione maggiore è la contrazione degli ordini, sia dal mercato interno (-9,5%) che dall’estero (-5,5%), che non vorremmo innescasse una crisi di fiducia da parte delle imprese.
Per scongiurare ulteriori peggioramenti di uno scenario economico già sufficientemente complesso abbiamo bisogno che il sistema Lombardia reagisca in tempo reale, con azioni concrete. Da parte di tutti. Viviamo in un Paese dalle mille contraddizioni, che l’emergenza covid ha reso tangibili in tutta la loro drammatica evidenza. Un Paese insicuro, timoroso e frastornato, in cui si parla tanto, si fa poco e vive un incomprensibile sospetto radicato e diffuso verso l’impresa.
Se non si avrà il coraggio di intervenire pagheremo questa assenza di scelte per anni, o per decenni, visto che proprio le imprese lombarde sono state le più danneggiate dal Covid. In tre mesi è stato fatto proprio poco, nel concreto, rispetto alla drammaticità di questa crisi.
Gli industriali lombardi sono a disposizione per avviare un percorso di iniziative concrete che riportino la Lombardia a trainare il Paese, ricordando sommessamente che se la Lombardia non riprende la marcia tutta l’Italia potrebbe andare in apnea.
Se non si mette a fuoco la necessità di avviare subito una stagione di nuova politica industriale nella quale concentrare gli sforzi e le energie, riorientando gli strumenti già disponibili e sfruttando le opportunità offerte dalle nuove misure di contrasto alla crisi, temo che siamo molto lontani dai concetti minimi di buona politica, tanto necessaria al nostro Paese. Le parole chiave per la ripresa sono quelli di sempre: investimenti, semplificazione, liquidità, tasse, mercato interno, competitività.
Uno sforzo comune di tutti gli attori della produzione, della finanza, delle istituzioni affinché si realizzino soluzioni nell’interesse generale per fare ripartire l’industria è tanto difficile in un momento tanto drammatico? Il resto sono solo parole…