Imprese, centri di ricerca e istituzioni a tutela del territorio
Se ne è parlato a Varese al seminario “La salvaguardia dei corpi idrici dagli scarichi delle acque reflue” organizzato dal Cluster LE2C per l’energia e l’ambiente
Varese, 27 settembre 2016 - Le risorse idriche dei nostri territori sono fortemente influenzate dalla qualità degli scarichi delle acque reflue miste (domestiche, industriali, meteoriche…). E nelle aree altamente antropizzate, come lo è il territorio lombardo, il raggiungimento degli obiettivi di buona qualità ecologica è ancora oggi determinato dalle reti di collettamento urbane.
La stima di 65 miliardi di euro in trent’anni come fabbisogno di investimenti nel servizio idrico in Italia sulla base dei piani d’ambito, appare altamente insufficiente per raggiungere gli obiettivi di qualità e per allinearci alle migliori esperienze europee dove gli investimenti pro-capite sono almeno il doppio di quelli italiani.
Di queste problematiche se ne è discusso al seminario odierno che ha come oggetto l'individuazione degli strumenti adatti al miglioramento della salvaguardia dei corpi idrici superficiali, focalizzando l’attenzione agli scarichi di acque reflue dai sistemi fognari, partendo dai bisogni, dagli aspetti normativi e dagli obiettivi di tutela, dai possibili progetti, dalle tecnologie necessarie e disponibili nel territorio lombardo, nonché dalle interazioni tra impresa e ricerca.
Il Cluster LE2C (Lombardy Energy Cleantech Cluster), promotore dell’iniziativa (con il patrocinio di Regione Lombardia, Università dell’Insubria, Confindustria Lombardia e Unione Industriali di Varese), crede fortemente che occorra introdurre un approccio basato su nuove tecnologie e una migliore integrazione tra ricerca e imprese in grado di orientare le aziende più innovative verso un intervento condiviso con la gestione, che divenga volano anche per l’economia locale laddove ricerca e tecnologia possono essere applicate concretamente per diventare buone prassi.
“E’ in questa direzione”, sostiene il Presidente del Cluster, Gianni Mainini, “che abbiamo invitato a Varese il mondo della ricerca dal CNR, all’Università dell’Insubria, al Politecnico di Milano accanto ai tecnici e operatori pubblici e privati della gestione e controllo dei sistemi idrici. Per offrirci dei punti di vista differenti per consentire la risoluzione di problemi in una prospettiva di concreta innovazione, mettendo a frutto risorse che già sono a disposizione ed altre da attrarre”.
“Crediamo che questo sia solo l’inizio di un confronto per consentire una partecipazione più continuativa nell’individuazione delle migliori strategie territoriali da attuare con tutti gli attori locali, che impegni non solo l’imprenditore ma anche l’amministratore locale, i gestori dei servizi idrici, la ricerca e tutti gli attori che possano essere di supporto. Siamo oggi nella zona dell’Insubria dove esistono acque superficiali che richiedono ancora attenzione per il loro recupero, convinti che questa iniziativa possa essere esemplare anche per altri territori della Regione” afferma la Cluster Manager Carmen Disanto che auspica che il Cluster, mettendo tutti i soggetti che contano attorno ad un tavolo per discutere concretamente come migliorare le condizioni delle acque del territorio, riesca a sbloccare l’inerzia e l’inefficienza.
“Questo è solo l’inizio, Il cluster vuole riprodurre lo stesso modello di seminario e tavola rotonda in altre occasioni e territori, convinti che l’integrazione e le sinergie possano realmente aiutare il sistema territoriale a risolvere i problemi legati alla salvaguardia ambientale per mezzo di fonti energetiche pulite, cambiamento culturale e innovazione tecnologica” ha concluso Disanto.
Per informazioni:
Marisa Marini, Staff LE2C
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