Convegno CLM 'Mobilità in Lombardia – Industria e innovazione'
È stata l’occasione per confermare le linee guida in atto e per delineare nuove prospettive.
La finalità generale del Cluster consiste nella promozione della competitività dell’industria della mobilità lombarda attraverso la ricerca e l’innovazione (sulla base della riconosciuta eccellenza tecnologica) e nell’individuazione degli ambiti più promettenti del business a livello globale (scenari e tendenze, opportunità di incontro con i player globali).
Il potenziamento delle strutture di ricerca e di trasferimento tecnologico presso le Università e i Centri dedicati rappresenta un elemento non secondario per il miglioramento dei livelli di competitività del comparto industriale.
Il perseguimento delle finalità sopra indicate è favorito dalla continua crescita del mercato globale (verso i cento milioni di veicoli prodotti all’anno nel 2018, 114 milioni nel 2022) e dall’incremento della produzione dei veicoli in Italia dovuta al successo dei prodotti recentemente immessi sul mercato e che hanno comportato il ritorno del nostro Paese tra i produttori di veicoli. Importante al riguardo la presenza in Lombardia dei due insediamenti Iveco di Brescia e Suzzara per la produzione di autocarri e furgoni leggeri (Daily) e medio- pesanti (Euro Cargo), entrambi leader di mercato: circa 90 mila unità prodotte all’anno, in larga misura destinate all’esportazione, con ricadute importanti sulla filiera.
Positive anche le prospettive per i comparti del Ferroviario, della Nautica e della Logistica.
Crescita che è minacciata da scelte protezionistiche globali e da normative europee in materia di emissioni.
Al riguardo, Roberto Vavassori, Presidente CLEPA, ha osservato che:
- la demonizzazione del diesel (anche di nuova generazione) provoca l’aumento delle auto a benzina, i cui livelli di C02 sono più alti, solo parzialmente compensati dai veicoli a trazione alternativa;
- la proposta della Commissione Europea di riduzione del 30% al 2030 è troppo onerosa e l’introduzione di un target intermedio al 2025 non dà il tempo sufficiente per le modifiche tecniche necessarie;
- l’estensione ai veicoli industriali dei target di riduzione non tiene conto delle specificità di tali mezzi di lavoro. Da condividere per contro l’esplicita proposta a favore del gas naturale liquefatto come alternativa al gasolio;
- lo spostamento degli Stati Uniti verso politiche protezionistiche potrebbe impattare anche su:
- l’industria automobilistica, i cui dazi sulla importazione potrebbero passare dal 2,5% al 25%, attraverso negoziati bilateriali, così come sta avvenendo con la Cina;
- l’industria della nautica, con preoccupazioni non dissimili.
Per quanto attiene al ruolo istituzionale del Cluster, Saverio Gaboardi, Presidente CLM ha ricordato che: “Le scelte della Regione Lombardia, che hanno determinato la nascita dei Cluster come evoluzione di precedenti forme di sostegno allo sviluppo del sistema tecnico economico lombardo, sono state lungimiranti e coerenti con il nuovo modo di competere a livello globale, in particolare per aver favorito la collaborazione tra il mondo della Ricerca e il mondo dell’Impresa e per aver sostenuto con bandi regionali l’aggregazione delle Imprese per lo sviluppo di progetti innovativi comuni”. Gaboardi sottolinea che “tale ruolo ha consentito di orientare i diversi livelli di governo verso scelte di politica industriale basate sulla innovazione di prodotto, processo e organizzativa e nella conseguente erogazione delle risorse pubbliche e di diffondere le direttrici di Ricerca e Innovazione al 2050 e al 2030 con l’indicazione delle priorità al 2020, in collaborazione con il Cluster Trasporti Nazionale. Sotto questo profilo, la recente legge “Lombardia è Ricerca e Innovazione” ha dato nuovo impulso al ruolo dei Cluster. A livello europeo, l’importanza dell’industria della mobilità è al centro di un programma di sensibilizzazione delle 4 Regioni Motori d’Europa (Lombardia, Baden-Wuerttemberg, Rhone-Alps e Catalogna), nonché della più ampia aggregazione della macroregione alpina EUSALP”.
Per missione e per tecnologie sviluppate, CLM opera in collegamento con i cluster dell’aerospazio, delle smart cities & communities (soprattutto per il trasporto pubblico locale), della fabbrica intelligente e dell’energia, a livello regionale, nazionale e comunitario.
La compagine attuale del Cluster consta di 65 associati di cui 20 grandi imprese, 33 medie piccole micro imprese, 3 Università (6 Dipartimenti), 3 Centri di Ricerca e 6 associazioni territoriali. Un nucleo di operatori iniziale- ben rappresentativo dell’identità delle sub-filiere - che, per numero di aziende, fatturato, valore aggiunto, esportazione ed attivo di bilancio commerciale, occupazione qualificata, investimenti in impianti e progetti innovativi, presenta grandezze che le statistiche ufficiali sottostimano e che fanno della Mobilità Sostenibile un asset essenziale della Regione Lombardia.
La diffusione del concetto di identità di filiera, il senso di appartenenza alla stessa e il conseguente nuovo modo di stare sui mercati, anche grazie al prezioso lavoro di business development realizzato con le due precedenti edizioni dell’Osservatorio Lombardo della Mobilità, i numerosi incontri, le visite ad aziende eccellenti, la gestione dei progetti innovativi, hanno:
- migliorato la consapevolezza dei trend globali dell’economia, dei mercati e dei prodotti;
- favorito nelle aziende associate nuove riflessioni strategiche per un diverso posizionamento competitivo.
Ha sintetizzato Gaboardi: “nel Cluster c’è posto per tutti: per le grandi aziende alle quale è affidato, come già detto, il compito di guida della filiera, grazie al loro aggancio all’innovazione del mezzo sin dalla fase del concept dello stesso, e per le imprese di minore dimensione, la cui presenza è essenziale per coprire l’insieme delle tecnologie richieste e per rispondere con competenza e flessibilità alle mutevoli esigenze dei clienti”.
Gianpiero Mastinu, Segretario Generale del Cluster, ha sottolineato: “L’adesione al Cluster, inteso come filiera di industrie (grandi e PMI), Centri di ricerca e Università, per la condivisione di esperienze comuni e progetti innovativi, è un passaggio indispensabile per creare la massa critica richiesta dalla sfida dei mercati e dai cambiamenti indotti dall’avvento dei veicoli autonomi e connessi. Prosegue Mastinu “Undici sono i principali progetti in corso, promossi o patrocinati dal Cluster con l’obiettivo di favorire l’aggregazione degli operatori e l’accesso ai bandi di finanziamento regionali, nazionali e comunitari di cui cinque sviluppati con il Politecnico di Milano e con l’Università di Brescia, finanziati dalla Regione Lombardia. Altri quattro sono in corso di verifica di fattibilità per la successiva formalizzazione. Per il progetto “Veicolo come sensore”, è stato
siglato un protocollo d’intesa con la Provincia di Brescia per lo sviluppo di un sistema intelligente per il monitoraggio del trasporto e delle condizioni della rete stradale”.
A conclusione dell’incontro, l’intervento del Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti: “La forza dell’industria italiana è da sempre rappresentata dalla filiera, e adesso dai cluster. Sin dalle sue origini ho supportato, come azienda associata, il Cluster Lombardo della Mobilità nella sua crescita ed evoluzione. Oggi, come Confindustria Lombardia, attraverso il Progetto Cluster abbiamo uno sguardo a 360° su tutti i 9 Cluster lombardi con la possibilità di contribuire a livello regionale alla loro crescita e consolidamento. In Lombardia abbiamo un grado di diffusione dei cluster più avanzato rispetto a altre regioni italiane, ma è necessario indirizzare sforzi e risorse nella direzione giusta affinchè i cluster si affermino con sempre maggior forza a livello europeo interagendo sempre più con le reti dei cluster internazionali. Per questo – prosegue Bonometti – Confindustria Lombardia concentrerà la propria attività nei confronti di Regione per far sì che venga avviata una programmazione certa che consenta ai cluster una crescita sostenibile e di lungo periodo, che si rafforzi il collegamento con le politiche di sviluppo regionali, si favorisca la partecipazione dei cluster alle iniziative europee, e venga attivato un costante confronto fra Regione e cluster per far emergere necessità e sfide delle filiere di riferimento, con l'obiettivo di incrementare l'impatto dei Cluster sul territorio. I cluster rappresentano un asset strategico per la crescita e lo sviluppo dell’industria manifatturiera: senza il supporto alle filiere l’industria italiana non può competere sui mercati globali”.